Di cosa parla Soliloquio di un folle di Egidio Capodiferro
Soliloquio di un folle (Cicorivolta Edizioni, 2017) di Egidio Capodiferro è un romanzo con un doppio volto, proprio come il suo protagonista, se da una parte c’è dell’umorismo, dall’altra ci imbattiamo in una situazione tragica.
Già dal titolo, Soliloquio di un folle, il lettore potrà capire con che tipo di libro avrà a che fare, poiché porta alla mente opere teatrali, incentrate sul monologo.
Protagonista della storia è Ermenegildo Sette, un uomo che è stato ricoverato in una clinica per malati mentali. Trascorre la maggior parte del suo tempo parlando da solo, raccontando cose che riguardano il suo passato, di quando era normale, di quando la sua testa funzionava ancora bene.
“La mia vita scorre sotto le stelle. Stelle di notte e una stella di giorno; il mio nome è Ermenegildo Sette, sono di provenienza meridionale e indole timida, proteso nel futuro e sempre in attesa di qualcosa che mai arriva ed è sempre in agguato: la morte.”
Un po’ rallentato dai sonniferi, Ermenegildo racconta di persone che ha incontrato, dalle fidanzate, passando per i parenti, fino ai conoscenti. I suoi monologhi hanno un tono divertente, piacevole e comico. Parla di personaggi a volte che appaiono bizzarri, quasi irreali, ma al contempo veri. Una delle storie più riuscite è quella con la strana donna che diventerà poi sua moglie.
I pensieri di questo simpatico folle, però, nascondono verità assolute, a volte di non facile interpretazione e quest’aspetto fa entrare in gioco il lettore, che potrà cimentarsi a tirare le somme e a estrapolare i contenuti più sinceri.
Nel libro Soliloquio di un folle di Egidio Capodiferro c’è spazio per il sorriso, per l’umorismo e per la riflessione e i temi toccati vanno dall’amore, alla quotidianità. La scrittura è avvolgente e scorrevole, una sorta di flusso di coscienza veloce e interessante.
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