“Storia di una capinera” di Giovanni Verga: una storia struggente
“Storia di una capinera” racconta una storia d’amore struggente e per lo più melodrammatica.
In questo modo si può definire il grande capolavoro verghiano.
“Storia di una capinera” di Giovanni Verga è il più conosciuto tra i romanzi epistolari del padre del verismo siciliano.
Esso precede per tempi e per scrittura il ciclo dei Vinti.
Trama “Storia di una capinera” di Giovanni Verga
Maria è una fanciulla costretta per il diritto del maggiorasco ad entrare in convento e prendere i voti.
Durante il periodo della diffusione in Sicilia del colera, Maria esce dal chiostro e ritorna nella casa paterna.
Il ritorno alle origini rappresenta un ritorno alle proprie radici, un ritorno alla riscoperta del sé e alla riscoperta della propria individualità.
Maria, in questo viaggio dell’interiorità, scandaglia i meandri della propria personalità, scopre il grande valore dell’amore, delle pulsioni affettivo sentimentali che, nella vita di clausura, vengono represse con la ferrea disciplina delle preghiere, del digiuno, delle penitenze e delle varie privazioni.
Commento libro
Due donne diverse, Maria e Giuditta, due vite e due sorelle a confronto.
Maria è destinata alla vita del nascondimento (il convento), mentre Giuditta vive da sempre immersa nei fasti e nei lustrini della vita mondana.
Un uomo, Nino, che prova un amore sopito, una passione proibita per la novizia e che poi si ritrova tra le braccia di un’altra donna.
“Storia di una capinera” di Giovanni Verga è un romanzo che lascia l’amaro in bocca perché ci racconta una storia vera, veritiera in tutto il suo trascorso, in tutte le sue sfaccettature.
Bellissima e concreta la similitudine tra la prigionia fisica e sentimentale di Maria, nel convento, cioè il suo rimuginio interiore di contro la vera prigionia che una capinera vive chiusa in una gabbia.
Recensione libro scritta da Concetta Padula