Recensione e commento del libro “Superficie” di Diego De Silva
Vere e proprie freddure e frasi persino irriverenti per come sono costruite nell’ultimo libro di Diego De Silva “Superficie”.
In alcuni casi riflessioni attuali, in altre battute che usano l’ironia e il sarcasmo per raccontare, e poi ancora frasi da rileggere per carpirne i segreti, è di tutto questo un po’ il piccolo libro pubblicato da Einaudi a firma De Silva.
“Superficie” è la trasposizione di un’idea: usare luoghi comuni e smontarli per far ridere e a volte pensare.
Attraverso giochi di parole, mettendo insieme frasi trite e ritrite che potreste sentire al bar, per strada, origliando conversazioni e poi incastrate a una spiritosaggine o a un’arguzia si ha l’effetto dissacrante.
Leggendo questo libro, che non ha trama né un filo conduttore, si ha l’impressione di trovarsi dinanzi a una bocca che in parte fagocita parole gettate al vento dalla persone e in parte le rigetta mescolandole prima di dare aria ai polmoni.
Questo scecherare crea la base per strappare risate, per spiazzare. Ed ecco che la superficialità che resta in superficie trova una sua forma nel sorriso che suscita.
Commento libro di Diego de Silva
A volte non sarà facile cogliere il senso dell’intenzione di Diego De Silva, quando qualche frase apparirà troppo contorta nella sua semplicità, oppure quando non si riuscirà a contestualizzare e per questo sembrerà persino fuori luogo, ma è anche questo il bello dei libri.
De Silva dimostra come la banalità di ciò che spesso si dice, o la leggerezza con cui si esprimono a volte pareri, possa diventare un fatto intellettuale mettendoci mano e riposizionando le frasi.
“Superficie” è un libro brevissimo, che se si vuole leggere tutto d’un fiato scende giù in mezz’ora appena, ma se riderete ne sarà valsa la pena, anche se il tempo è stato davvero troppo breve.
