“Tentò ancora una volta” di Francesco Testi: emozioni uniche…
“Tentò ancora una volta” di Francesco Testi è un romanzo bello e intenso.
Un breve libro pubblicato nel 2020 da Albatros Il Filo.
Con semplicità, ma grande trasporto, lo scrittore riesce a coinvolgere emotivamente in questa storia.
Quarta di copertina “Tentò ancora una volta” di Francesco Testi
Mariano Scartabellari è un trentenne in crisi d’identità cronica. La sua vita apatica e priva di nucleo si altalena tra la metropoli, dove gestisce controvoglia una Casa Vacanze, e la casa d’infanzia in campagna, dove ritrova le sue radici, ma al tempo stesso si sente soffocare. La sua deriva esistenziale lo porta a un vero e proprio girotondo di frequentazioni ai limiti del grottesco, in cui il senso d’alienazione e perfetta solitudine è tangibile.
Vero e proprio uomo sperduto tra i suoi simili, Mariano approderà finalmente ad una conquista interiore: troverà se stesso. Ma in senso fin troppo letterale… Indifferenza e pregiudizio, follia e ironia fanno di questa narrazione dissociata un affresco impietoso e insieme poetico (oltre che maledettamente comico) dei nostri tempi: la mostruosità latente della società in cui viviamo.
Recensione libro
Il protagonista Mariano è un giovane sociologo che vive ancora nella casa materna. Non lavora ma è dedito solo al divertimento e a tante amicizie, soprattutto femminili.
Mariano si sente tentato e provocato dalle donne.
L’episodio che colpisce molto il lettore è quello di Clara, la 17 enne, che stuzzica l’erotismo sessuale di Mariano fino a concretizzare il gioco erotico.
Mariano si sente e vive circondato da donne, ma anche da amicizie trans che lo portano a conoscere altri modi, altre forme con cui approcciarsi all’amore e ai sentimenti.
La madre, donna di altri tempi, non approva l’amore tra le righe del figlio.
“Tentò ancora una volta” è un romanzo di una freschezza e di una tenerezza uniche, che apre la mente e il cuore del lettore, lasciandolo senza fiato. Consiglio la lettura di questo libro, sperando che vi coinvolga tanto quanto è accaduto a me.
Recensione scritta da Concetta Padula