Di cosa parla “Tra due epoche” di Robert Shkurti
Il libro “Tra due epoche” dello scrittore Robert Shkurti racconta la storia di Fatmir e Fredi, due amici d’infanzia albanesi che si ritrovano dopo circa vent’anni dalla loro fuga dall’Albania degli anni Novanta. Il romanzo si apre con la spiegazione di come Facebook sia stato il mezzo che è riuscito a farli ritrovare dopo tanti anni.
Fredi vive in Italia con la moglie e i suoi due figli, mentre Fatmir ha costruito la sua vita in Francia, dove ha sposato una sua connazionale attraverso un matrimonio combinato. Dopo essersi ritrovati grazie al web, i due amici decidono di rivedersi e di trascorrere insieme le vacanze estive, scegliendo come destinazione la loro terra natìa.
Fatmir parte dalla Francia in auto, con la moglie e i figli, percorre tanti chilometri per raggiungere la casa dell’amico in Emilia Romagna, da dover partiranno per le vacanze in Albania. L’incontro tra i due uomini, che si rivedono dopo circa vent’anni, è molto commovente. I due amici d’infanzia ricordano la vita in Albania sotto la dittatura comunista: Shkurti descrive il popolo albanese ridotto alla fame e alla povertà più assoluta in nome di un’ideale irrealizzabile.
In particolare Fredi ricorda i giorni tumultuosi dell’anarchia albanese, durante la quale molti giovani decisero di lasciare la propria terra per costruirsi una nuova vita in Europa. La storia dell’Albania e la vita dei protagonisti di “Tra due epoche”, pubblicato dalla casa editrice Kimerik, si intreccia di continuo, in una danza scandita dalle note del tempo.
L’agiatezza borghese delle vite di Fredi e Fatmir si mescola con i racconti del diario scolastico custodito gelosamente dal primo, mentre l’emozione per l’imminente ritorno in Albania sembra annullare le distanze tra il presente e il passato.
Robert Shkurti realizza un ritratto molto forte e caratterizzato del popolo albanese, presentandone qualità e problematiche in modo deciso. Quella che compare tra le pagine di “Tra due epoche” è un’Albania osservata da occhi occidentalizzati che, però, conservano il viscerale attaccamento di chi quella terra la porta nel proprio animo.
Il viaggio – metaforico e non – che i due amici compiono in Albania sconvolge equilibri apparentemente stabili, quasi a voler sottolineare che anni, chilometri e confini, non possono trasformare la parte più intima del proprio essere.