Di cosa parla “Annus horribilis” di Giorgio Bocca
Lo scrittore Giorgio Bocca nel libro “Annus horribilis” ci racconta della nostra Italia, quella del 2009, anno che sarà ricordato per il suo aspetto catastrofico , l’anno zero, quello in cui tutto ciò che era stato messo a tacere, infossato o giustificato, viene identificato e non si può più fingere di non vedere.
Tra crisi economica, ritorno al fascismo, il circo di Berlusconi e l’autoritarismo, l’Italia si mostra come un paese spezzato, stanco, pieno di difetti che si protraggono negli anni e che non vengono mai affrontati.
Giorgio Bocca è l’Emile Zola italiano che grida il suo “j’accuse” contro l’opportunismo, il trasformismo, l’impunità dei reati, l’utilizzo errato del potere. L’attacco maggiore è rivolto soprattutto alla classe dirigente che dando il meno possibile in termini di lavoro e di qualità pretende i massimi benefici.
E’ così, secondo ciò che è scritto nel libro “Annus horribilis”, che rimarremo poveri e continueremo a ragionare con il modo di pensare dei poveri, accontentandoci, ringraziando il cielo di quel che abbiamo, continuando a tirare a campare, senza speranza, senza vedere un futuro migliore, senza fare qualcosa per cambiare la situazione, anzi continueremo a dividerci quel poco che c’è in giro, mentre i più furbi e potenti ruberanno.