Di cosa parla “Il nipote del Negus” di Andrea Camilleri
Andrea Camilleri nel libro “Il nipote del Negus” ci parla del tempo della camicia nera in cui si cantavano gli inni e si marciava; del tempo della smentita, quando la verità delle adunanze e dei manganelli hanno affrontato le menzogne della storia.
Quello che mancava a Vigàta erano le furberie di un principe di colore, l’estrosità di un giovane con il fiuto per gli affari e la spudoratezza de “Il nipote del Negus”.
1929 il principe Grhane Sollassié Mbassa, nipote del Negus, è stato iscritto alla Scuola Mineraria di Vigàta e si mostra come un uomo capace d’ingannare, di prendere in giro tutti.
Ogni suo desiderio è un ordine, tanto è il governo etiopico che paga, mentre lui sperpera denaro e si gode la vita.
Nonostante ciò nessuno avrebbe mai previsto l’imprevedibile e cioè che Mussolini in persona potesse chiedere al nipote del Negus di scrivere una lettera allo zio in cui si esaltasse il fascismo, in modo da migliorare i rapporti tra Italia ed Etiopia. Ma questa non è che una parte della storia.
Ne “Il nipote del Negus”, lo scrittore si presenta con il suo stile inimitabile, utilizzando, come sempre, l’ironia per raccontare vicende che sono tanto amate dagli appassionati lettori di Andrea Camilleri.