Di cosa parla “Il ragazzo in soffitta” di Pupi Avati
Due adolescenti vivono nello stesso palazzo e frequentano la stessa scuola, hanno solo questo in comune perché sono molto diversi l’uno dall’altro. Dedo è considerato un ragazzo brillante, un punto di riferimento per gli altri, mentre Giulio è grassoccio, introverso e dallo stile discutibile. Sono questi i protagonisti del libro “Il ragazzo in soffitta” di Pupi Avati, che tutti conosciamo per la regia dei suoi film.
Per quanto i loro mondi appaiono distanti, anzi, meglio dire opposti, le vite di Dedo e Giulio si intrecceranno, perché Dedo sarà coinvolto nel segreto della famiglia di Giulio. Le ripetizioni che Giulio darà a Dedo sarà l’occasione per farli conoscere più da vicino e piano piano i due racconteranno delle loro famiglie e in particolare dei loro padri assenti.
Sta però per succedere qualcosa di molto importante che cambierà la vita di Giulio. Il ragazzo non ha mai conosciuto suo padre, che da prima che lui nascesse è in ospedale.
Ora il padre sta per tornare a casa e si sveleranno lentamente scenari neppure immaginati dal ragazzo. Nel frattempo Dedo si rende conto che c’è un sentimento forte che lo lega al giovane timido che abita nel suo palazzo, tra i due è nata una forte amicizia e lui sa che Giulio si trova in pericolo: deve intervenire.
L’intento di Pupi Avati con questo suo primo romanzo, “Il ragazzo in soffitta”, è di analizzare come si diventi dei mostri da grandi utilizzando la violenza e lo fa descrivendo emozioni e pensieri dei personaggi, mostrando quanto possa essere influente e in che misura l’atteggiamento che ha un padre verso il figlio.
Questo primo romanzo di Pupi Avati riesce a cogliere l’aspetto psicologico dei protagonisti, rendendo pathos alla storia raccontata ne “Il ragazzo in soffitta” che è stata ben recepita dal pubblico.