Trama, recensione e commento libro Un viaggio chiamato vita di Banana Yoshimoto
Un viaggio chiamato vita di Banana Yoshimoto è un libro che pur toccando tematiche importanti, è delicato e leggero. I viaggi sono fatti di ricordi, incasellati l’uno nell’altro, anche se diversi, lontani. E Banana Yoshimoto ricompone il puzzle della memoria.
Trama libro
Un viaggio chiamato vita racconta del primo amore, delle emozioni che si provano con la maternità, ma anche di Tokyo negli anni Settanta.
La scrittrice Banana Yoshimoto descrive le sensazioni che si provano partendo da un profumo, dal rumore del vento, dall’odore della pioggia.
Con pochi dettagli riesce a spiegarci la vita, di come un ricordo ci possa portare indietro il dolore che abbiamo provato nel momento in cui abbiamo perso qualcosa o qualcuno.
Banana Yoshimoto in questo suo ultimo libro ci trasporta nel suo mondo. Ci fa provare la sua malinconia e la sua gioia e ci lancia un messaggio: quello di non perdere tempo, di cogliere tutte le cose che contano e di fidarci degli altri.
Quarta di copertina dal sito Amazon
La vita è un viaggio, e come tutti i viaggi si compone di ricordi. In questo libro, Banana Yoshimoto raccoglie preziosi frammenti di memoria e ci porta con sé, lontano nel tempo e nel mondo. Dalle emozioni del primo amore alla scoperta della maternità, dalle piramidi egiziane alla Tokyo degli anni settanta. Con la consueta leggerezza della sua scrittura, ricostruisce le emozioni dell’esistenza a partire da un profumo, da un sapore, da un effetto di luce o dal rumore della pioggia e del vento. E così che una pianta di rosmarino ci trasporta da un minuscolo appartamento di Tokyo al tramonto luccicante della Sicilia, e che un contenitore pieno di alghe diventa l’occasione per esplorare il dolore della perdita.
I pensieri in libertà di Banana Yoshimoto ci accompagnano fino al centro del suo mondo letterario e lungo il nostro personale “viaggio della vita”, fatto di promesse e di incontri, di stupore e di meraviglia, di malinconia e di sofferenza. Dalle pagine di questo libro, l’autrice ci invita a riappropriarci del nostro tempo e a non perdere mai la fiducia negli altri esseri umani, perché quello che rimane, al termine del più difficile dei viaggi, è il riflesso nella nostra memoria di ogni singolo giorno vissuto.