Di cosa parla “Una commedia quasi divina” di Maria Teresa Usai
La scrittrice sarda Maria Teresa Usai nel suo romanzo “Una commedia quasi divina” conduce il lettore all’interno di un viaggio, che si realizza tra il sogno e la realtà.
Giulia sta per partorire, aspetta assieme al marito Matteo un bel maschietto, ma qualcosa di inaspettato cambia ogni cosa e i medici decidono che è necessario intervenire con un’operazione in seguito a delle complicazioni.
Il bambino nasce e sta bene, ma Giulia non si sveglia.
Per la protagonista di “Una commedia quasi divina” si realizza un percorso a metà tra la vita e il sovrannaturale, dove la realtà si fonde con eventi inspiegabili e misteri legati alla fede.
Esiste un confine labile tra il mondo in cui si condividono le storie e una realtà che va al di là di qualsiasi comprensione, e la scrittrice Maria Teresa Usai nel suo romanzo sembra volerci dire che la morte altro non è che un passaggio che conduce altrove.
Questo viaggio che intraprende Giulia è un vagare tra figli che non hanno ricevuto il giusto amore e situazioni non del tutto risolte, con madri che chiedono perdono per i loro errori. La donna sarà guidata all’interno di questo cammino da un bambino/adulto che è cresciuto senza l’affetto materno di cui ogni figlio ha bisogno. E questo percorso per Giulia sarà importante dandole una consapevolezza che prima non aveva.
Tutto questo avviene mentre i familiari di Giulia attendono il suo risveglio e i medici non sanno dare una spiegazione a ciò che è accaduto, visto che le condizioni della donna sono buone, ma lei non ne vuole sapere di risvegliarsi.
“Una commedia quasi divina” di Maria Teresa Usai è un romanzo toccante, che appare drammatico ma riesce a infondere luce allo stesso modo in cui Giulia è riuscita a fare con la sua famiglia.